Fattori di rischio
Un “fattore di rischio” è ciò che aumenta la probabilità che una persona possa sviluppare una certa malattia.
Nel caso del tumore del polmone, è importante ricordare che i fattori di rischio aumentano la probabilità di sviluppare questa neoplasia, ma non causano necessariamente la sua insorgenza.
Allo stesso modo, l’assenza di fattori di rischio non esclude questa possibilità.
Questi fattori possono aumentare il rischio di sviluppare un NSCLC (Tumore del Polmone Non a Piccole Cellule):
- Tabacco e fumo: il fumo è il principale fattore di rischio e la maggior parte delle nuove diagnosi, 80%-85%, si registra in persone da anni a contatto con le sigarette.
Esiste un chiaro rapporto dose-effetto, perciò, il rischio è maggiore se si fuma da lungo tempo, e secondo gli esperti la durata di tale dipendenza è anche più importante del numero di sigarette fumate; pertanto, smettere di fumare a qualsiasi età può ridurre il rischio di sviluppare il tumore del polmone in misura maggiore che diminuire il numero di sigarette.
Tuttavia anche le persone che non fumano e/o che non hanno mai fumato possono sviluppare la malattia oncologica (si tratta di oltre 6.100 nuovi pazienti all’anno, soltanto in Italia), quindi è importante conoscere i fattori di rischio, ma anche saper riconoscere i sintomi di questa malattia.
*** Vuoi saperne di più? Leggi anche —>
Codice Europeo contro il Cancro: 12 modi per ridurre il rischio di cancro (https://cancer-code-europe.iarc.fr/index.php/it/12-modi/tabacco)
Brochure WALCE “SMETTERE di FUMARE” (pdf) ↓
Foglio informativo “Il fumo e i polmoni” (pdf dal sito European Lung Foundation)
Si ricorda che, il fumo è uno dei principali fattori di rischio anche per altre neoplasie:
in particolare il tumore al seno, al collo dell’utero, alla vescica e al pancreas.
N. B. Sono tanti i progetti ideati, sviluppati e realizzati in questi anni da WALCE Onlus nell’area della prevenzione primaria. Scopri di più su tutte le campagne di prevenzione WALCE (nelle scuole, nelle piazze, on line…): www.awavesdev.it/prevenzione-primaria
L’importanza di smettere di fumare anche per pazienti con una diagnosi di tumore
È importante sottolineare che SMETTERE DI FUMARE:
1) può ridurre la probabilità di sviluppare una malattia tumorale anche nei forti fumatori;
2) porta un beneficio anche per le persone alle quali sia stata diagnosticata una malattia tumorale.
Quando a un paziente viene comunicata una diagnosi di tumore, è portato a pensare che sia troppo tardi per interrompere l’abitudine tabagica, in quanto non ne ricaverebbe alcun vantaggio.
Smettere di fumare ha sempre e comunque
un impatto positivo sulla salute.
Da questo punto di vista, la ricerca scientifica ha messo chiaramente in evidenza come l’interruzione dell’uso del tabacco in pazienti affetti da malattia oncologica possa comportare importanti benefici in tutto il percorso di cura della malattia.
Al contrario, continuare a fumare, durante e dopo il trattamento, aumenta il rischio di complicanze, di recidiva, di sviluppo di una nuova malattia fumo-correlata, peggiora la qualità di vita e impatta negativamente sulla sopravvivenza.
Nel libretto scaricabile qui sotto, sono contenute informazioni sul perché smettere di fumare sia così importante per il paziente e la sua famiglia, su quali sono i rischi del fumo per le persone che hanno un tumore, sui vantaggi di smettere e su come alimentare la fiducia nella possibilità di riuscirci.
Il percorso è difficile, ma è possibile!
Per saperne di più:
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Altri fattori di rischio:
- Fumo passivo: chiamato anche “fumo di seconda mano” o “fumo di tabacco ambientale”, aumenta questo rischio, sebbene in misura minore rispetto alla condizione di fumatore.
*** Vedi anche:
Codice Europeo contro il Cancro (https://cancer-code-europe.iarc.fr/index.php/it/12-modi/fumo-passivo)
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Esistono altri cancerogeni chimici che possono provocare questo tumore, soprattutto tra coloro che sono a contatto con queste sostanze per motivi di lavoro: si parla in questo caso di esposizione professionale:
- Amianto: si tratta di cristalli sottili come capelli che si trovano in molti tipi di roccia, spesso usati come isolamento ignifugo negli edifici. Quando le fibre di amianto vengono inalate, possono irritare i polmoni. Molti studi dimostrano che la combinazione di esposizione al fumo e all’amianto è particolarmente pericolosa e l’uso di dispositivi di protezione respiratoria aiuta a ridurre il rischio.
- Radon: Il radon è un gas naturale radioattivo incolore, inodore e insapore che fuoriesce facilmente dal sottosuolo e si disperde rapidamente nell’atmosfera, ma tende ad accumularsi negli ambienti chiusi dove può raggiungere concentrazioni dannose per la salute umana.
Il radon è nocivo perché radioattivo: decadendo produce nell’aria elementi a loro volta radioattivi (figli del radon) non più gassosi e con emivita molto breve, che si attaccano al pulviscolo e, se inalati, decadono all’interno dei polmoni emettendo radiazioni ionizzanti che producono un danno alle cellule bronco-polmonari che può evolversi in tumore.
Studi epidemiologici hanno confermato che “l’esposizione a elevate concentrazioni di radon è la seconda causa di tumore al polmone dopo il fumo di sigaretta”. Secondo i dati raccolti dall’Istituto Superiore di Sanità, il 10% circa dei 41.500 nuovi casi di carcinoma polmonare che si registrano ogni anno in Italia è attribuibile al radon.
Quali sono i livelli considerati accettabili?
La Direttiva Europea Euratom n.59/2013 del 5 dicembre 2013 sulle norme di sicurezza di base contro l’esposizione alle radiazioni ionizzanti, non ancora recepita dall’Italia, stabilisce un livello di riferimento annuale della concentrazione di attività in aria per gli ambienti chiusi (abitazioni e luoghi di lavoro) di: 300 Bq/m3, superato il quale, si deve intervenire per ridurre la concentrazione del radon.
*** Vedi anche:
• Codice Europeo contro il Cancro (https://cancer-code-europe.iarc.fr/index.php/it/12-modi/radiazioni)
• Dal sito dell’Istituto Superiore di Sanità:
Il radon e i suoi effetti sulla salute (http://old.iss.it/radon/index.php?id=168&tipo=25&lang=1)
Come si misura il radon (http://old.iss.it/radon/?lang=1&id=167&tipo=43)
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• Altre sostanze: la presenza di gas o sostanze chimiche sul luogo di lavoro o nell’ambiente, possono aumentare il rischio che una persona possa sviluppare questo tumore.
È stato inoltre suggerito che, in alcuni Paesi, l’inquinamento dell’aria negli ambienti chiusi è dovuto all’uso di fornelli a carbone possa rappresentare un fattore di rischio (Planchard et al., 2018).
Per esempio, in Cina il tasso di incidenza di tumore del polmone è maggiore nelle donne, nonostante la percentuale di donne fumatrici in questo paese sia più bassa rispetto a quella che si registra in alcuni Paesi europei.
Altri fattori includono l’esposizione a radiazioni, arsenico, nichel e cromo.
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• Aumentano il rischio anche l’inquinamento atmosferico, precedenti malattie polmonari o trattamenti di radioterapia che hanno colpito i polmoni (magari per un pregresso linfoma) e:
- Suscettibilità genetica: si presume che alcune persone possano avere maggiori probabilità di sviluppare un tumore del polmone a causa del loro corredo genetico (Bailey-Wilson et al., 2004).
Avere una storia familiare di tumore del polmone o di altri tipi di tumore aumenta, in parte, il rischio di sviluppare una neoplasia polmonare.
Nelle persone geneticamente predisposte a sviluppare un tumore del polmone, il fumo aumenta ulteriormente il rischio.
The “risk factor” is what increases the probability that a person may develop a certain disease. Most of the patients suffering from lung cancer were or are smokers. Cigarette smoke contains a number of carcinogens, capable of irreversibly damaging the cells of many organs. Cigarette smoking is not only a risk factor for lung cancer, but also for tumours of the oesophagus, the larynx, the mouth, the bladder, the kidney, the cervix uteri and the pancreas.
Thus it is clear that thousands of lives may be saved every year if people would not smoke. An effective anti-smoking campaign may be conducted in school age, but also later it is important to convince people to kick smoking because halting the tobacco habit at a young age let that person reacquire over the years the same risk of getting a lung cancer as a non-smoker.
Breaking the smoking habit should always be encouraged, even in patients already affected by lung cancer, especially when they have been submitted to surgical resection in order to reduce the possibilities of the onset of a second tumour.
To this purpose there are various programmes for preventing and quitting the tobacco habit, a number of them are promoted by the Italian Ministry of Health (see the related file “Anti-smoking centres in Italy”)
Even the exposure to the so-called second-hand smoke increases the risk of lung cancer as to the general population. Cigarette smoking is not the only risk factor known. There are carcinogens, which are present in the working environment, that increase the risk of getting such a disease. These substances include: Asbestos, Chromium, Arsenic, Beryllium, Vinyl Chloride, Polycyclic Aromatic Hydrocarbons, Chloromethylether, Tar, Radon and so on… Frequently, as in the case of asbestos, the risk of developing a mesothelioma, that is a tumour affecting the pleura (the membrane lining the lungs) rises dramatically in smokers because these substances strengthen their effects in the presence of tobacco smoke.
Genetic susceptibility plays an important role in the onset of the disease, even though environmental factors are prevailing in the aetiology of such a tumour.
Le « facteur de risque » est ce qui augmente la probabilité qu’une personne développe une certaine maladie. La plupart des patients atteints de cancer du poumon a été ou est un fumeur. La fumée de cigarette contient beaucoup d’agents cancérigènes, c’est-à-dire capables d’endommager irréversiblement les cellules de nombreux d’organes. En effet, la fumée de cigarette n’est pas seulement un facteur de risque pour le cancer du poumon, mais aussi pour les cancers de l’œsophage, du larynx, de la bouche, de la vessie, du rein, du col de l’utérus, du pancréas. Il est donc évident que des milliers de vies pourraient être épargnées chaque année si les gens ne fumaient pas. Une campagne efficace contre le tabagisme pourrait être conduite en âge scolaire. Mais, par la suite, il aussi important de convaincre les personnes à arrêter de fumer. En effet, une interruption de la consommation régulière de tabac en jeune âge, permet au fil des années, de recouvrer le même risque d’être atteint du cancer du poumon qu’une personne qui n’a jamais fumé.
L’interruption de la consommation régulière de tabac devrait être toujours encouragée, même chez les patients ayant déjà un diagnostic de cancer du poumon, surtout lorsqu’ils ont été soumis à des résections chirurgicales pour réduire les possibilités d’apparition d’une seconde tumeur.
À ce propos, il existe différents programmes de prévention et d’abandon de la dépendance tabagique. Beaucoup ont été promus par le Ministère de la Santé. (cf. fichier annexe des « Centres anti-tabac en Italie »).
Même l’exposition au soi-disant tabagisme passif comporte un risque élevé de cancer du poumon par rapport à la population générale. La fumée de cigarette n’est pas l’unique facteur de risque connu. Il existe des substances cancérigènes présentes dans l’environnement de travail qui augmentent le risque de cette pathologie. Parmi ces substances : l’Asbeste, le Chrome, l’Arsenic, le Béryllium, le Chlorure de Vinyle, les Hydrocarbures Aromatiques Polycycliques, le Chlorure de Méthylène, le Goudron, le Radon etc.… Souvent, comme l’amiante (asbeste), le risque de développer un mésothéliome, c’est-à-dire une tumeur qui touche la plèvre (la membrane qui entoure les poumons) augmente considérablement chez les fumeurs, puisque ces substances multiplient la puissance de leurs effets en présence de fumée de tabac.
La prédisposition génétique détient un rôle important dans l’apparition de la maladie, même si dans l’étiologie de cette tumeur les facteurs environnementaux ont un poids important.