Mostra fotografica “Piccoli Respiri di Normalità”
Piccoli Respiri di Normalità
Dopo l’incontro con il tumore al polmone tutto è un po’ più prezioso, a partire dal tempo
La mostra fotografica “Piccoli Respiri di Normalità” è curata dal fotografo Massimo Mastrorillo (LUZ) in collaborazione con WALCE Onlus (Women Against Lung Cancer in Europe) e realizzata grazie al supporto di AstraZeneca S.p.A
01. Uno sguardo alle nuvole a novembre, il mese mondiale della sensibilizzazione sul cancro al polmone. Le nuvole ricordano il respiro delle persone nelle fredde giornate invernali.
02. Daniela ha appena preso una delle medicine giornaliere.
«All’inizio ero spaventata e senza energia. Poi, lentamente, ho metabolizzato e sono diventata consapevole e determinata a combattere la malattia. Io voglio continuare a vivere, non mi arrendo».
03. Daniela parla dei suoi veri amici e di come le sono stati vicini nei momenti difficili della malattia. Sergio è il suo “Fratellino”.
«La malattia mi ha aiutato a capire su quali persone posso davvero contare. Ho scoperto di avere amici veri. C’è, ad esempio, l’amica che ho soprannominato scherzosamente “Carrefour”, perché ogni mattina mi manda un sms per chiedermi di cosa ho bisogno al supermercato. E c’è il “tassista della chemio”, un amico di gioventù che mi accompagna sempre in ospedale».
04. Alcuni dei fiori che abbelliscono la casa di Daniela.
«Il cancro è stata un’opportunità per rendermi conto delle priorità della vita. Ho riscoperto le piccole quotidianità, quanto è importante vivere nel presente, senza rimpiangere il passato o delegare al futuro ciò che si può fare oggi».
05. Daniela e la figlia Valentina insieme. C’è molto amore e intesa tra di loro.
«All’inizio mia figlia era più spaventata di me: aveva 18 anni e diceva agli amici che la mamma aveva la bronchite». Valentina ora riesce a convivere meglio con la malattia della madre e Daniela trova nella figlia la forza di continuare a combattere la malattia.
06. I primi segni dell’autunno su di una panchina nei pressi dell’abitazione di Daniela.
«Ho ripreso in mano i fili della mia vita. Credo nell’importanza della forza di volontà. Gli altri possono starti vicino, ma non possono aiutarti se non lo fai tu stessa. Io voglio continuare a vivere, non mi arrendo».
07. Daniela lavora al computer. Una volta era malata di lavoro: oggi, che è davvero malata, deve dosare le energie e la vita ha un valore diverso.
«Nella mia vita ho sempre lavorato. Fino a 2 anni fa, quando mi è stato diagnosticato un tumore al polmone».
08. Denis porta al collo un rosario. Ne fa collezione. Non per motivi religiosi. Lo ama come oggetto.
«Con il tumore è aumentato il peso specifico che attribuisco ai momenti della quotidianità e al presente. Ho imparato a godermi di più il tempo e a non arrabbiarmi per le piccole cose che un tempo mi avrebbero fatto irritare».
09. Il lampadario nella sala da pranzo della casa di Denis sembra confondersi con le nuvole del cielo.
«Non mi interessa conoscere il nome del mio tumore, né delle medicine che devo assumere. Non voglio sapere nemmeno come agiscono sul mio corpo. Io devo solo impegnarmi al massimo nella vita che affronto ogni giorno: devo vivere la normalità, essere presente a me stesso e trasmetterlo agli altri».
10. La mamma di Denis da giovane. Immigrata dalla Puglia non ha mai rinunciato alle proprie origini. «Mia mamma è forse la persona che soffre di più per la mia malattia. La mia famiglia è il mio vero approdo».
11. Il copione che Denis e un’amica devono imparare per una recita.
«Ho sfidato il tumore e gli ho detto: “Ti spacco… spacco tutto”. Poi ho pensato a tante cose, anche alla morte. Io sono una persona ottimista, ma di fronte a un muro di cemento armato bisogna fare i conti con la realtà. Non bisogna però arrendersi, io continuo a coltivare la mia passione per la fotografia e gli acquarelli».
12. Denis è uscito con i suoi amici.
«È come se la malattia avesse cambiato anche il modo di relazionarmi con le altre persone: oggi voglio approfondire i rapporti e non perdere tempo in conoscenze superficiali».
13. Il baule della bisnonna di Denis, che presto porterà nella sua nuova casa.
«Da circa un anno ho iniziato una nuova terapia. Sta funzionando. La mia vita è ripresa come 2 anni fa. A gennaio sono tornato a lavorare, ho ripreso anche a fare sport e palestra. Ho iniziato a restaurare la casa dei mie bisnonni per andare a vivere da solo».
14. Barbara lavora come segretaria in un’azienda di consulenza, vuole incontrare persone normali e riuscire a ridere.
«Lavorare per me è fondamentale. Andare in ufficio, concentrarmi e dedicarmi al mio lavoro, anche se con ritmi meno sostenuti rispetto al passato, mi fa sentire viva. Mi permette di non pensare alla malattia e di ricordarmi che posso avere una vita normale».
15. Barbara nel suo ufficio.
«Non avevo mai pensato di potermi ammalare. La mia prima reazione è stata l’incredulità. Avevo difficoltà nel riconoscermi malata. Poi è subentrata la rabbia che si deve riuscire a convertire in forza e in sfida. Mi sono imposta l’obiettivo di guarire o almeno di vivere imparando a gestire il tumore».
16. I giardini sul retro del Lingotto. Le foglie autunnali vengono progressivamente rimosse da un prato dietro l’ufficio di Barbara.
«Dopo la scoperta del tumore al polmone tutto è un po’ più prezioso, a partire dal tempo. Non è il presente che mi fa paura: bisogna viverlo perché aiuta a scacciare la paura per la precarietà del futuro. La malattia va affrontata giorno dopo giorno. Ora. Adesso».
17. Un passante vicino casa di Barbara.
«Può sembrare un paradosso, ma la malattia aiuta ad arricchire i rapporti personali. Non voglio che le persone provino pietà: quello che più mi fa riflettere e a volte intristire è che il mio status sociale sia passato da quello di persona sana a persona malata».
18. Barbara è sposata e ha un figlio di nove anni. Il marito e il figlio sono appassionati di Subbuteo. “Avere la famiglia vicina, e in particolare mio figlio, mi aiuta ad affrontare giorno dopo giorno la vita e a sfidare la malattia. È proprio per mio figlio, oltre che per me stessa, che devo lottare e “vincere” la malattia».
19. Un fiore cresciuto spontaneamente sul balcone di Barbara. Le piace guardarlo e pensare che sia un segno positivo.
«Il tumore è troppo spesso associato alla tristezza. Io sono convinta che sia di grande aiuto frequentare persone normali o persone che, nonostante la malattia, affrontano positivamente la vita, riuscendo anche a ridere. Io non voglio pensare sempre alla malattia, voglio ridere».
20. Barbara a casa sua.
«Quello che voglio è vivere il quotidiano e pensare la malattia come parte di me, ma non sentirmi per questo motivo un’invalida».
Scheda_Piccoli Respiri di Normalità.pdf ↓
Small breaths of Normality
The photo exhibition “Small breaths of Normality” is edited by photographer Massimo Mastrorillo with WALCE (Women against Lung Cancer in Europe) and made possible thanks to the support of AstraZeneca Spa.
1. A look at the clouds in November, the lung cancer awareness month. The clouds remind us of people breathing in the cold winter air.
2. Daniela has just taken one of her daily medications.”At first I was scared and felt powerless. Then, slowly, I metabolized and became aware and determined to fight the illness. I want to continue to live, I will not give up”.
3. Daniela talks about her true friends and of how close they are in the difficult times of the illness. Sergio is her “little brother”. “The illness has helped me to understand who are the people on which I can rely. I have discovered real friends. There is, for example, the friend I jokingly name “Carrefour”, because every morning she sends me an sms asking what I need at the supermarket, and there is the “Chemio taximan” a childhood friend who always insists on accompanying me to the hospital”.
4. Some of the flowers that adorn Daniela’s house. “Cancer has given me the opportunity to understand the priorities of life. I have rediscovered the little everyday normalities and the importance of living today without regretting the past and never put off till tomorrow what you can do today”.
5. Daniela together with her daughter Valentina. There is lots of love and understanding between them. “At first my daughter was even more frightened than I was, she was 18 and told her friends that her mother had bronchitis” Valentina is now able to live better with her mother’s illness and Daniela finds strength in her daughter to help her fight it.
6. The first signs of autumn on a bench near Daniela’s house. “I picked up the threads of my life. I believe in the importance of willpower and inner strength. Others may be close and helpful but they cannot help you if you do not help yourself. I want to continue to live, I will not give up.
7. Daniela is working on the computer. Once she was a workaholic, now that she is ill it is necessary to dose her energy and life has now different values. “I have worked all my life until two years ago when I was diagnosed with lung cancer”.
8. Denis wears a rosary around his neck. He has a collection. Not for religious reasons. He loves them as objects. “Cancer has increased the load we attach to specific moments of everyday life. I have learned to enjoy life and not get angry for small things that once would have irritated me”.
9. The chandelier in Denis’s dining room seems to blend in with the clouds of the sky. “I do not care to know the name of my cancer, or the drugs that I take. I do not even want to know their reaction on my body. I just have to give my maximum in the life that I face everyday and live it normally, to be present to myself and transmit it to others”.
10. Denis’s mother in a young pic. Immigrated from Puglia she has never abandoned her origins. “My mother is perhaps the person who suffers the most for my illness. My family is my true haven”.
11. The script that Denis and a friend have to learn for a play. “I challenged the tumor and told it “I’ll break you……destroy you” then I thought about many things, even death. I am an optimistic person but in front of a concrete wall I have learnt to deal with reality. We must not give up and I continue to cultivate my passion for photography and watercolours”.
12. Denis goes out with his friends. “It is as if the illness has changed the way I relate with other people, today I want to deepen relationships and not waste time in superficial acquaintences”.
13. Denis’s great-grandmothers trunk, that he will soon be taking to his new home. “About a year ago I started a new therapy, it’s working. My life has resumed like it was two years ago. In January I went back to work and I started to do sports and returned to the gym. I also started to restore my great-grandparents house to go to live on my own.
14. Barbara works as a secretary in a consulting firm and wants to meet ordinary people and be able to have a laugh. “Working for me is essential. Going to the office, to focus on my work, (albeit at a slower pace than in the past) makes me feel alive. It allows me not to think about the illness and to remind me that I can have a normal life”.
15. Barbara in her office. “I never thought I could become ill. My first reaction was disbelief. I had difficulty in acquainting myself with the fact that I was ill. The anger took over, anger that I converted into strength and challenge. I set myself a goal to heal or at least to learn to live with my tumor.
16. The gardens at the back of Lingotto. The autumn leaves are gradually removed from the lawn behind Barbara’s office. “After the discovery of lung cancer all is a bit more precious. It is not the present that frightens me, that must be lived, because it helps to dispel the fear of insecurity of the future. The illness must be addressed every day. This minute. Now.
17. A passer by near Barbara’s house. “It may seem paradox but the illness helps to enrich personal relationships. I do not want pity: we must give careful thought to this and at times it saddens me that my social status has changed from that of a healthy person to that of an who is ill”.
18. Barbara is married and has a nine year old son. Her husband and her son are passionate about Subbuteo. “Having the family nearby, especially my son, helps me deal with the day to day life challenges of the illness. It is for my son, as well as for myself, that I have to fight and “win” this illness.
19. A flower grew spontaneously on Barbara’s balcony. She likes to look at it and think it is a positive sign. “Cancer is too often associated with sadness. I am convinced that it is of great help to frequent normal people or people who, despite their illness, face life positively, even managing to laugh. I do not want to think of the illness, I want to laugh”.
20. Barbara at home. “What I would like is to live day to day and think of the illness as part of me, but not to feel, for this reason, an invalid”.
Sono capitata per caso sul vostro sito…. ho appena perso mio marito per un tumore e leggere i vostri commenti mi ha fatto commuovere.
Anche per me, mentre vivevo vicino a lui ogni istate era prezioso e osservavo tutto in modo diverso.
Grazie per quello che fate
Franca
Anche se stai vivendo un momento di grande dolore, fai tesoro di questa esperienza. Pensa a quante persone vivono senza assaporare la vita attimo dopo attimo. Io ero una di quelle. Ora è tutto cambiato… Ti abbraccio..
Daniela
..ritrovarsi nelle parole e nelle immagini. La diagnosi per mamma è arrivata ad agosto e all’inizio sì, è stato tutto molto, molto difficile. Ora va meglio. Dopo la rabbia e la paura è rimasta in piedi la nostra forza e una specie di ottimismo, che non è quello di prima ma è sicuramente amore per la vita. Un abbraccio.
P.s. esiste un posto anche in rete dove “incontrarsi” ogni tanto?
Ho scoperto la vostra mostra fotografica e il vostro sito su un giornale.
sono stata operata 2 anni fà ed oggi sono in terapia, cancro alla mammella.
grazie per informazioni e supporto, servo sempre e si fà fatica a parlarne ma servono a capire che solo la forza può aiutare a tirare avanti con serenità.
Da un anno convivo con un tumore al polmone destro, scoperto per caso durante una radiografia del torace. Non ho mai fumato, ho solo respirato per decenni il fumo degli altri. Chissà!
La chemioterapia si sta dimostrando efficace, ho incontrato un oncologo competente ed umano, sono circondata da amicizie ed affetti veri. Mi sento una donna fortunata e cerco di scovare tutte le energie necessarie per continuare a vivere la mia vita. Un sito come il vostro mi è molto utile, sono sempre a caccia di informazioni corrette. Conoscere mi aiuta (anche se non sempre…).
Grazie per il vostro lavoro e un saluto amichevole 🙂